FAQ

Ti serve aiuto?

Forse la risposta che stai cercando è proprio qua sotto. Prova a dare un’occhiata.

Batterie AGM

Sulle batterie al piombo ermetiche ritroviamo spesso riportata la sigla VRLA che significa letteralmente “Valve Regulated Lead Acid”. Questa informazione ha come obiettivo quello di indicare come è stata concepita la batteria. All’interno delle batterie AGM è presente una valvola che rinnova automaticamente la produzione di energia senza dover riempire la batteria con l’aggiunta dell’acido.

Se sulla batteria è riportata la sigla AGM (Absorbed Glass Mat) significa che all’interno sono presenti delle placche in fibra di vetro che assorbono e trattengono l’acido.

In stato normale, le batterie piombo AGM sono munite al loro interno di un sistema di ricombinazione di gas. La valvole hanno quindi il compito di rilasciare gas in caso di sovracarico. Le placche AGM permettono quindi di ridurre la produzione di gas trasformandolo in acqua e ridistribuendolo nel circuito interno affinché produca corrente.

La tecnologia AGM permette quindi di avere una batteria ermetica evitando cosù eventuali fuoriuscite. Nel caso in cui la batteria dovesse cadere, l’acido non fuoriuscerebbe. Le batterie AGM inoltre non richiedono nessun tipo di manutenzione e non serve pertanto effettuare delle aggiunte d’elettrolita.

Le batterie tampone hanno una funzione molto importante e per questo devono essere particolarmente affidabili. In caso di black-out, le batterie tampone permettono di alimentare correttamente gli apparecchi collegati come UPS, sistemi anti-intrusione, sistemi di videosorveglianza, elaboratori di dati.

Spesso si crea molta confusione sull’utilizzo dei due termini e si tende a chiamare tutte le batterie ermetiche “al gel“, ma occorre distinguere con precisione le differenti tecnologie di costruzione di queste performanti batterie.

Innanzitutto è da sottolineare il fatto che la qualità di entrambe queste tipologie di batterie è molto elevata. Per quanto riguarda l’utilizzo nei servizi è più adatta la tecnologia AGM in quanto idonea e meno delicata nel sopportare numerosi cicli di scarica profonda. Questi accumulatori, infatti, sono realizzati al loro interno con piastre di tipo piombo calcio nelle quali è avvolto un materiale assorbente imbevuto di acido; tale tecnologia permette all’elettrolito di evaporare durante la fase di carica e scarica (ossia quando la temperatura all’interno aumenta), al termine della quale le bollicine prodotte si rimescolano con l’acido portando la batteria a mantenere un rendimento efficiente. Gli accumulatori al GEL, invece, sono composti internamente da acido gelatinizzato e da piastre al piombo calcio più delicate perché facilmente danneggiabili nel tempo se caricate e scaricate più volte a causa della differenza di temperatura che viene a generarsi al loro interno provocando la solidificazione del gel;  per questa ragione esse sono ritenute più adatte ad un uso tampone (es. gruppi di continuità o altri utilizzatori che raramente richiedono energia), nonostante le alte prestazioni che sono in grado di offrire.

La batteria ad acido libero costruita per l’uso avviamento dei veicoli, possiede spunto, emana esalazioni, necessita di manutenzione e la corrente in Ah è nominale. Il peso di una batteria ad acido libero è molto inferiore rispetto ad una batteria AGM dello stesso amperaggio poiché le piastre sono più sottili anche se più numerose in quanto la sua caratteristica principale è quella di fornire la corrente di spunto in Ampere (CCA) sufficiente all’avviamento del motore.

La batteria AGM è un accumulatore che non contiene acido liquido, ma dispone di feltro assorbente in microfibra di vetro al suo interno. Questo materiale assorbe l’acido della batteria come una spugna, consentendo di utilizzare in modo più efficiente il ristretto spazio e volume della batteria; ciò si traduce, quindi, in una maggiore capacità di avviamento. La tecnologia AGM consente di immobilizzare l’acido rendendolo al contempo disponibile per le piastre e facendo sì che le reazioni tra l’acido e il materiale della piastra avvengano rapidamente. E poiché le piastre di una batteria AGM sono molto compatte, la resistenza alle vibrazioni risulta migliore rispetto alle batterie standard. Inoltre, l’autoscarica delle batterie AGM è molto bassa (inferiore al 3% al mese), ma soprattutto la batteria di avviamento AGM è a prova di perdite ed esente da manutenzione.

Da notare che il metodo di ricarica è differente per le due tipologie di accumulatori: le batterie ad acido vengono caricate con una tensione di circa 16.2V, mentre per quelle AGM non si devono mai superare i 14.8V.

Sistemi di accumulo

Un Sistema di accumulo è un insieme di dispositivi, apparecchiature e logiche di gestione e controllo, funzionale ad assorbire e rilasciare energia elettrica, previsto per funzionare in maniera continuativa in parallelo con la rete con obbligo di connessione di terzi o in grado di comportare un’alterazione dei profili di scambio con la rete elettrica (immissione e/o prelievo).

I sistemi di accumulo possono essere installati su:

  • impianti solari fotovoltaici incentivati;
  • impianti solari termodinamici incentivati o che chiedono il riconoscimento degli incentivi;
  • impianti alimentati da fonte rinnovabile diversi dai fotovoltaici incentivati o che chiedono il riconoscimento degli incentivi, anche in sostituzione al regime incentivante dei Certificati Verdi;
  • impianti di produzione combinata di energia elettrica e calore costituiti da unità per le quali viene richiesto il riconoscimento del funzionamento come Cogenerazione ad Alto Rendimento e/o il riconoscimento dei Certificati Bianchi;
  • impianti alimentati da fonte rinnovabile che accedono, nell’ambito del Ritiro Dedicato, ai prezzi minimi garantiti nel caso in cui l’energia elettrica è ritirata dal GSE o è commercializzata sul libero mercato;
  • impianti di produzione che accedono allo Scambio sul Posto;
  • impianti alimentati da fonte rinnovabile per i quali è richiesta l’emissione di Garanzie d’Origine.

Non rientrano nella definizione di Sistema di accumulo i sistemiutilizzati in condizioni di emergenza (UPS) che entrano in funzione solo in corrispondenza dell’interruzione dell’alimentazione dalla rete elettrica per cause indipendenti dalla volontà del soggetto che ne ha la disponibilità.

Il sistema di accumulo, che contempla sempre la presenza di pacchi batteria e un dispositivo per la gestione degli stessi e nella sua accezione più semplice funziona in maniera integrata con l’impianto fotovoltaico. In sostanza ogniqualvolta vi è eccesso di produzione da fotovoltaico, invece che cedere tale energia a rete essa viene utilizzata per caricare le batterie.

Se invece vi è un eccesso di richiesta elettrica rispetto alla produzione fotovoltaica, subentra il sistema di accumulo per coprire tale eccesso (ovviamente se la richiesta risulta troppo alta anche per il sistema di accumulo, subentra a sua volta la rete per coprire l’ultima fetta di consumi): il sistema di accumulo è quindi in grado di effettuare i cosiddetti Peak Shaving e Load Leveling. Generalmente tutto questo avviene in maniera automatica, in base a come viene settato il dispositivo di gestione delle batterie, ed è “invisibile” all’utente.

È un sistema di accumulo che può assorbire energia elettrica sia dall’impianto di produzione che dalla rete con obbligo di connessione di terzi.

È un sistema di accumulo che può assorbire energia elettrica solo dall’impianto di produzione.

È un sistema di accumulo installato o nel circuito elettrico in corrente continua (eventualmente anche integrato nell’inverter) o nel circuito elettrico in corrente alternata, nella parte di impianto compresa tra l’impianto di produzione e il misuratore dell’energia elettrica prodotta.

È un sistema di accumulo installato nella parte di impianto compresa tra il misuratore dell’energia elettrica prodotta e il misuratore dell’energia elettrica prelevata e immessa.

Lampioni stradali a pannello fotovoltaico

Per funzionare hanno bisogno di un pannello fotovoltaico, montato su un pilone stradale, di una batteria che accumula l’energia generata dai moduli e che alimenta una lampada a led che si accende da sola grazie all’utilizzo di un crepuscolare quando la luce atmosferica scende.

Si ha bisogno di un’ottima batteria, parecchio sovradimensionata, poichè il lampione deve funzionare soprattutto in inverno quando le ore di luce diminuiscono e quindi il pannello produce meno. E’per questo motivo che il lampione fotovoltaico ha un prezzo molto più alto di quello tradizionale.

Se però estendiamo il discorso ad un arco temporale di 10 anni, secondo uno studio effettuato dall’Enea (Agenzia Nazionale per le nuove Tecnologie, Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) per l’Università degli Studi di Roma, La Sapienza, allora il discorso cambia.

Perché  aggiungendo al costo del lampione tradizionale si aggiungono le spese energetiche, circa 270 euro all’anno, più tutti gli altri costi compresa la manutenzione e al nostro lampione fotovoltaico i costi riguardanti la messa in opera, il progetto comprensivo di collaudo finale e la manutenzione avremo quanto riportato in tabella:

Tipologia di lampioni Totale spesa in 10 anni
Lampione tradizionale 4.800 euro
Lampione fotovoltaico 1.730 euro

un lampione fotovoltaico ha con sè il merito di essere semplice e facile di installare, può essere posizionato facilmente in altri luoghi, funziona anche in caso di black-out della rete elettrica, non ci sono pericoli di folgorazione, spariscono le linee elettriche su cui fare manutenzione, non si incide sui lavori di riasfalto della viabilità, aiuta a produrre un ambiente più sano, più pulito.

Utilizzano sempre lampade al led che rispetto alle lampadine al sodio hanno il vantaggio di:

  • funzionare con appena 24 volt;
  • favorire un’ illuminazione più sicura per gli utenti della strada, grazie alla luce bianca fredda che attraversa meglio la nebbia e rende i veicoli più visibili;
  • ridurre al minimo l’ inquinamento luminoso con un risparmio energetico del 50%;
  • durare molto di più rispetto a quelle al sodio;
  • abbattere i costi di manutenzione.

Il concetto alla base dei Lampioni solari ed energia cinetica è davvero semplice: i lampioni sono dotati in sommità di pannelli solari e in loro prossimità vengono inseriti nel manto stradale dei rilievi cinetici. Durante il giorno i pannelli solari accumulano energia e l’energia cinetica prodotta da ogni passo, quando appunto una persona cammina sul rilevatore, viene immagazzinata in un generatore. Un passo può produrre dai 4 agli 8 watt. I lampioni sono realizzati a LED e l’energia solare insieme a quella cinetica è sufficiente per farli funzionare di notte.

In commercio sono disponibili numerose tipologie di illuminazione solare che si adattano a tutte le esigenze energetiche, ai gusti in fatto di stile e design e al luogo di installazione. Molti modelli presentano un’illuminazione con sensore di passaggio e spegnimento successivo o sono dotate di una luce di stazionamento:

  • lampioni e lampioncini solari da giardino, dotati di batterie ricaricabili, per assicurare la maggiore autonomia possibile in caso di scarso irraggiamento solare;
  • insegne monofacciali solari;
  • faretti solari che possono essere posizionati per terra;
  • contapassi solari, calpestabile e nella versione carrabile, anche con faretti colorati, che si accendono automaticamente al passaggio, grazie a dei sensori che individuano la presenza;
  • lampade solari con luci a LED, con regolazione del flusso luminoso che, con forme che ricordano fiori o semplici petali, presentano una forte integrazione architettonica in ogni ambiente;
  • lanterne solari;
  • lampada subacquea da inserire all’interno della vostra piscina o laghetto, alimentata da un pannello solare in dotazione.

Non hai trovato la risposta alla tue domande?

Contattaci